La scelta delle app cartografiche per lo smartphone risulta sempre complessa e ogni post sul gruppo Facebook “GPS e cartografia digitale” che tratta l’argomento accende sempre una grande discussione e le risposte si contano a decine.
Potrebbe rientrare nella “disputa” anche GPS (Garmin) VS smartphone, ma per questa volta li lasciamo fuori.
Intanto c’è da dire che la propria app è sempre la migliore. In ogni corso che faccio quelli che conoscono già l’argomento hanno già l’app preferita e ne difendono i vantaggi a spada tratta. Salvo poi, a volte, ricredersi dopo aver sentito alcune mie domande.
Ma è normale che sia così. Se l’abbiamo scelta abbiamo pensato che andasse bene, poi, usandola, si impara ad utilizzarne più funzionalità. Ci dimentichiamo subito le difficoltà che abbiamo incontrato all’inizio e ci sembra che sia sempre stata “facile”. Quando ci mostrano una app nuova, ci capiamo poco e diciamo che non va bene e va meglio la nostra.
C’è un altro argomento molto importante e che fa la differenza. Alla stragrande maggioranza delle persone basta una app che abbia una cartografia basata sull’OpenStreetMaps (OSM). Chi va in bici per strada, anche per stradelle di campagna e forestali per esempio. Nell’OSM ci sono praticamente tutte le strade. Chi ha bisogno di sapere quanti chilometri e quanto dislivello ha fatto, facendo percorsi che non necessitano di una navigazione vera e propria. Chi non ha voglia di perderci tanto tempo ad imparare funzionalità complesse, chi si muove in ambienti dove lo smartphone non ha problemi di connessione (pianura e prima collina). In questi casi, e molti altri, le app vanno bene praticamente tutte. La prima che si prova, perchè consigliata dall’amico va già bene e diventa la app migliore del mondo.
Inoltre un ambiente integrato e completo tipo sito + app è molto comodo e semplice per chi non vuole perderci troppo tempo. Si imposta il percorso sul sito nel PC (lì si vede bene senza perdere la vista), poi si trasferisce nella app (o addirittura ci va in automatico), si naviga la traccia con la app in ambiente, tracciando il nuovo percorso e una volta finito la nuova traccia è già a disposizione. Ottimo! Wikiloc, ex GPSies ora AllTrails, Komoot, Mapy.cz, Gaia e tanti altri.
Per la sparuta cerchia di utenti che invece si muove in ambienti più complessi, che ricerca alternative ai sentieri del CAI, che va in zone non coperte dalle reti dati dei vari operatori questo non è più sufficiente. Una app deve poter caricare mappe offline anche autoprodotte, e la funzionalità principale diventa la facilità di riportarti a casa.
Poi comincia a diventare importante il costo. Qualche anno fa le app costavano dai 3 ai 10-15 euro una tantum. Adesso molte hanno abbonamenti mensili o annuali, l’app Guru Maps (ex Galileo) tempo facostava una tantum 54 euro (adesso 35,99; saranno contenti quelli che l’hanno pagata 54). Troppo spesso la versione gratuita è talmente menomata che non si riesce a fare una valutazione decente.
La funzionalità, per me più importante, che non ho trovato in nessuna app ad esclusione delle solite più evolute (OruxMaps, Locus, EasyTrails, Guru Maps, OKMAP mobile e ne dimentico qualcun’altra sicuramente) è questa:
· Importare una o più tracce GPX esterne
· Visualizzarle sulla mappa prescelta
· Partire con la registrazione del mio nuovo percorso visualizzando sullo sfondo la mappa e la/le traccia/e precaricata/e SENZA USARE NESSUN METODO DI NAVIGAZIONE: SEGUI LA TRACCIA, NAVIGA, ECC.
Questo permette una flessibilità e tutta un’altra serie di situazioni favorevoli che risultano difficili da immaginare a chi non ha mai provato.
Faccio l’esempio di come faccio io: quando pianifico un percorso parto dalle OSM per vedere come potrebbe essere lo stato attuale, a questo punto devo complicarmi la vita, allora passo alle mappe escursionistiche della zona (non tanto per cercare i sentieri segnati tipo CAI, ma per lavorare sulla viabilità di sfondo della mappa, spesso CTR di qualche anno fa), poi cerco nelle mappe più vecchie (in genere stralci IGM anche di inizio ‘900) per cercare vecchie viabilità ora abbandonate ma spesso ancora presenti e ben nascoste. Una volta definito un possibile percorso lo controllo con una mappa satellitare per verificare se ci possono essere problemi tipo passaggi a fianco di abitazioni, campi ormai coltivati, frane.
A questo punto trasferisco la/le traccia/e nell’apparecchio (nel mio caso Garmin ma a volte anche smartphone, ma anche entrambi).
Tutta questa complicazione a uno che deve seguire sentieri CAI o stradelle si presenta come una cosa strana e incomprensibile, gli basta la combinazione vista all’inizio, per noi no.