Mentre sviluppavo una nuova carta, ho notato che lungo la valle del Santerno nella zona S. Andrea, Moraduccio era presente il toponimo “Fontana Moneta” come quello nella valle del Lamone ben, più famoso. Pensando a un errore ho provato a verificare la cosa.
Ho pubblicato un post sul mio profilo personale di Facebook chiedendo:
Paolo Montevecchi
Chiedo agli esperti:
in zona S. Andrea – Moraduccio nelle carte toscane c’è questo Fontana Moneta (qui è Toscana, vedi confine +-+-+-), nelle carte IGM e dell’ER non c’è.
Si sa niente?
Xxxxxxxx
Mia nonna che abitava a Castiglioncello me ne parlava spesso.
Paolo Montevecchi a Xxxxxxxx
E la chiamava ‘Fontana Moneta’?
Xxxxxxxx a Paolo Montevecchi
si
per la precisione, Funtana Muneda.
Poi una verifica telefonica e una citazione nel libro di Lorenzo Raspanti “Pietre Vive” ed. Il Nuovo Diario Messaggero a pag. 121 mi ha fatto capire che il toponimo era corretto.
Inoltre ho notato che il nostro toponimo è a poche centinaia di metri dal confine tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana, come quello nella Valle del Lamone. Questo farebbe pensare che la moneta in questione fosse la tassa doganale che si doveva pagare per passare il confine (un fiorino…).
Guardando nella vecchia carta Appennino n. 25 (purtroppo ancora in vendita per scopi escursionisti e non storici) ho anche notato che il vecchio sentiero CAI 17 (poi diventato 717) passava da Fontana Moneta ed era più vicino al Santerno, quindi correva a quote più basse dell’attuale.
Chiedendo alle memorie storiche del CAI di Imola non ho avuto risposte esaurienti sulla storia del cambiamento e ho deciso di andare a vedere.
Quindi ho caricato la vecchia traccia del sentiero 17 sul mio Garmin e sono andato a verificare se era ancora esistente e riconoscibile.
Nella carta allegata si nota che lo sfondo è la carta IGM ante guerra, la linea rossa stampata è il vecchio sentiero 17, la traccia rossa tratteggiata è il sentiero 717 attuale (che comunque corre lungo una mulattiera presente nella carta), mentre la traccia blu è il percorso che ho fatto per cercare il vecchio sentiero 17.
Arrivando da S. Andrea l’inizio è risultato difficoltoso perché ho svoltato in una carrareccia sbagliata, ma poi è stato facile individuare quella giusta. Successivamente la nuova traccia blu percorre abbastanza fedelmente il sentiero 17, solo il guado del primo fosso risulta molto più a monte di quello sulla carta. Ma questo succede molto spesso.
La traccia in ambiente è presente e facilmente individuabile, molto ingombra di alberelli e cespugli, quindi pochissimo frequentata, pochi punti franati. Arriva al rudere di Fontana Moneta, quasi completamente demolito ma imponente, successivamente la traccia risale velocemente il pendio e si collega al nuovo 717 prima che il pendio diventi sub-verticale e l’unica cengia percorribile è appunto il sentiero 717 attuale.