Durante le consuete pulizie di Natale ho ritrovato questi appunti che mi pare siano ancora attuali.
Il progetto “Open” di OpenStreetMap sulla falsariga di Wikipedia.org è molto interessante.
Rendere “Open” il mondo della cartografia, con il lavoro di chiunque voglia apportare il proprio contributo allo sviluppo del progetto.
Come Wikipedia basta registrarsi ed è possibile inserire, modificare o anche cancellare informazioni presenti.
La fase di modifica viene sviluppata con diversi tipo di editor e non è altro che un “ricalco” di un livello “vettoriale” della realtà costituita da foto satellitari (Bing) quindi “raster”.
Partendo dalla foto si ripassano i fabbricati, le vie di comunicazione, i corsi d’acqua fornendo naturalmente le informazioni che andranno a costituire il “GIS”: tipo di oggetto (ristorante, via, sentiero, fiume…), nome e tante le altre informazioni. Poi si salva il tutto e in poco tempo le nuove informazioni andranno a far parte del database generale, visibile a tutti e naturalmente non verificato da nessuno se non gli stessi utenti una volta resa pubblica la modifica.
È anche possibile effettuare l’operazione di “ricalco” utilizzando tracce o punti di interesse propri, con lo scopo di aggiungere, per esempio, sentieri percorribili a piedi o in MTB che non sono visibili con le foto raster del satellite.
Le difficoltà operative ci sono e occorre addestrarsi per operare efficacemente. Alcune operazioni sono parecchio farraginose ma saranno migliorate con il tempo. Inoltre per operare correttamente ci sarebbe da studiare molto bene i protocolli per inserire le informazioni nel formato corretto. In modo che poi siano comprensibili da tutti.
Il mio dubbio è comunque relativo all’affidabilità dell’informazione.
Mentre con Wikipedia, per esempio, non è difficile verificare l’affidabilità dell’informazione facendo una ricerca mirata nel Web (se si cerca informazioni sulla situazione attuale in Corea del Nord si può partire da Wikipedia per avere un’idea generale, poi si approfondisce su altri siti specializzati (giornali on-line, siti governativi, storici ecc….).
Con le carte è difficile verificare. Per controllare una zona escursionistica della Slovacchia devo avere una carta della zona o trovare informazioni sul web (difficili da trovare non a pagamento). E se ho queste informazioni di verifica non mi servono più le informazioni di OpenStreetMap (per assurdo compro la Kompass, verifico che OpenStreetMap è corretto; ma ho la Kompass e sono a posto). Del resto prendere per buone le informazioni di OpenStreetMap senza verificare è rischioso.
Nelle zone che conosco ci sono moltissimi errori o solo imprecisioni, sentieri assenti, con percorsi errati, con numeri errati.
Quindi dove conosco il territorio non mi serve l’informazione di OpenStreetMap se non per stampare una carta da utilizzare in escursione, la mia conoscenza la posso utilizzare per migliorare l’affidabilità di quella zona, ma serve agli altri non a me che conosco la zona a memoria.
Del resto risulta difficile generalizzare l’affidabilità. Se verifico che sui monti Sibillini le informazioni sono affidabili, non so fin dove questo è valido. In una zona ha operato qualcuno molto esperto e conoscitore della zona, poi ci sarà un “confine” oltre il quale lui non è andato e da lì le informazioni possono essere assenti o errate e io non so dove sia questo “confine”.
Penso che OpenStreetMap possa andare bene per trovare informazioni non di “vitale” importanza (se non c’è il ristorante, o è sbagliato il giorno di chiusura, ci sarà qualcos’altro in zona). Ma affidarsi a sentieri o tracce in zone sperdute non credo ci sia l’affidabilità sufficiente.
Sicuramente se non si ha niente è meglio OpenStreetMap, preso con le dovute cautele.
Piuttosto che niente è meglio piuttosto…